
Parco di Vulci
Dove la Storia incontra la Natura
Pochi sanno quello che Vulci è stata: una delle città più grandi d’Etruria, forte, imponente, ricchissima. Decine di migliaia di persone vivevano qui, commerciando, lavorando il metallo, coltivando la fertile terra della Maremma. Oggi sono rimasti prati verdi e boschi, vacche e cavalli maremmani, terra nera rivoltata dagli archeologi, terra che continua a restituire tracce del passato che fu…
Vulci è davvero un luogo unico, qui il passato e il presente si fondono: la natura si è sovrapposta alla metropoli diventata trasparente ma non invisibile agli occhi di chi sa guardare
Info Attività

Costi Aggiuntivi
- Ingresso ridotto al parco (3,50€ a persona)

Da portare
- Scarpe da trekking o da ginnastica con buona suola
- Giacca a vento impermeabile

Su misura
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Perché un’escursione al Parco di Vulci?
Il verde dei pascoli, dove meravigliose vacche maremmane ci osservano pacifiche, con le loro lunghe corna e il loro sguardo penetrante. Il canto inconfondibile dei gruccioni, che in primavera ed estate volano tra i monumenti. Le pareti ripidissime, di nero basalto, che sembrano precipitare nel fiume, ricoperte da una scura vegetazione mediterranea.
La natura e la metropoli
Gli scavi di Vulci hanno reso famosa la città al pari degli scavi di Pompei ed Ercolano. Qui troviamo i resti di un’imponente città etrusco-romana, immersi nella natura più selvaggia della Maremma.
Vulci cominciò a formarsi intorno al IX sec. a. C. su un pianoro vicino al mar Tirreno sulle rive del fiume Fiora. Fu una delle città etrusche più importanti, insieme a Tarquinia e Cerveteri, una vera e propria megalopoli con decine di migliaia di abitanti. Ricca, nobile e potente, diede un re a Roma e commerciò con tutto il Mediterraneo per poi scomparire pochi secoli dopo la romanizzazione.

La Maremma
La Maremma non è solo quella toscana, ma anche la parte di Lazio a ridosso del mare. Questa zona, paludosa, malarica e ostile per secoli ha vissuto nell’abbandono, poche le persone e gli animali che vi venivano
E’ proprio a causa dei ristagni d’acqua e della presenza di paludi che nel luogo dove sorgeva la città di Vulci, scomparsi gli etruschi, non furono più costruite città, permettendoci oggi di godere a pieno di panorami immutati nei secoli. Fu solo con le bonifiche ottocentesche che il territorio tornò ad essere lavorato e i primi preziosi reperti vennero alla luce.
occhio alle date!
Possibilità di visita
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