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Norchia, la più bella necropoli rupestre d’Etruria
Norchia è un sito archeologico etrusco (e poi medievale), secondo molti uno dei più affascinanti dell’Italia Centrale, nel comune di Viterbo. La città di Norchia sorgeva su uno sperone di tufo circondato da ripide pareti verticali, corsi d’acqua e boschi. L’abitato si trovava lungo la Via Clodia, una delle più antiche strade dell’antichità (la ritroviamo a Barbarano Romano, a Tuscania, a Castro, a Saturnia).
La cosa che stupisce di questo luogo è che il tufo delle pareti di fornte all’abitato è stato nei secoli scavato per creare una delle più imponenti e suggestive necropoli rupestri d’Etruria.

Norchia, una delle più famose e meno visitate necropoli d’Etruria
È un sito unico, che merita di essere conosciuto e valorizzato, anche se non è proprio per tutti: le splendide tombe scavate nelle pareti di tufo infatti sono letteralmente verticali, e i percorsi per scendere fino al fondo valle (per dirigersi poi ad altre zone dell’area) vi passano attraverso, in alcuni punti seguendo scalinate o sentieri piuttosto ripidi e scivolosi. E poi guadi e ponticelli, e una pieve medievale di cui rimangono splendidi ruderi, come quelli della chiesa di San Pietro.
L’avventura vale la candela, perché quello che vi si para davanti è uno spettacolo unico: decine di tombe scolpite nella forra, un’intera parete ricoperta. Salendo al pianoro dove un tempo sorgeva la città il colpo d’occhio è unico al mondo.

Una delle aree archeologiche più emozionanti della Tuscia
Non sorprende che la sua magnificenza sia stata cantata da scrittori fin dall’ottocento, paragonandola addirittura a Petra, in Giordania.
Sparse nel bosco, risalendo i corsi d’acqua, si trovano molte altre tombe monumentali, con frontoni scolpiti raffiguranti scene di guerra, eroi e cortei ancora ben visibili.
Secondo noi è davvero uno dei luoghi più emozionanti del Centro Italia, e chi ci segue sa che di bellezze e unicità ne abbiamo davvero tante, tantissime.
Norchia forse è più famosa fuori dall’Italia che qui, ci è capitato di accompagnare turisti americani e neozelandesi che hanno esplicitamente chiesto di andare a visitarla! Voi la conoscevate?

Un tesoro difficile da tutelare
Confesso che a Norchia non ci torno addirittura da prima del Covid, per cui la situazione che vi descrivo non è proprio aggiornata (ora che scrivo è marzo 2024)
Quello che posso dirvi con certezza è che nel corso degli ultimi dieci anni l’ho trovata tante volte diversa: invasa dalla vegetazione o ben ripulita, a seconda di gestioni poco coerenti nel tempo, purtroppo. Le iniziative, lodevoli, sono spesso lasciate in mano a gruppi di privati o associazioni. L’area archeologica anche se molto vicina a Vetralla è nel Comune di Viterbo, e per quel che so le iniziative di tutela da parte del Comune sono state sporadiche. La vegetazione spesso ricopre intere aree, rendendole invisibili, e lentamente sgretolando il tufo. I tagli periodici non fanno che peggiorare la situazione: infatti, nell’impossibilità di estirpare le radici, le piante vengono semplicemente rase o capitozzate, e per poter sopravvivere in primavera buttano nuove gemme con maggior vigore, ingrossando le radici. La parte che secca invece lascia spazio all’acqua, che in inverno gelando causa crolli importanti (e irreparabili: non tornerà mai un etrusco a creare monumenti simili).

Bella e impossibile?
Una parte di Norchia, poi, ricade nell’area del Poligono Militare di Monteromano, quindi non solo è vietato l’accesso se non con speciali permessi, ma è anche piuttosto rischioso. E impressionante: dal pianoro della città ci è capitato di vedere dei carri armati durante le esercitazioni. La Tomba Lattanzi, per esempio, ricade proprio all’interno del Poligono, e la visita è possibile (non sempre) solo per un accordo di collaborazione tra Soprintendenza ed Esercito.
Un’altra parte della necropoli, la zona di Guado di Sferracavallo, è in una proprietà privata, accessibile anch’essa grazie a un accordo con il proprietario. Che tra l’altro, consapevole del tesoro che si trova tra le mani, si occupa ogni anno della pulizia e della sua accessibilità.
La tessitura dei rapporti istituzionali sta avvenendo anche grazie all’opera di Simona Sterpa, guida e archeologa, a cui faccio anche io riferimento per avere aggiornamenti in merito a Norchia.
Insomma: bella e impossibile? Speriamo di no… Speriamo che le amministrazioni, la Soprintendenza, unitamente alle associazioni locali e i proprietari dei terreni privati, proseguano in quello che è un dialogo tutt’ora in corso e si dedichino a opere di conservazione… perché ricodiamoci sempre che un luogo del genere, una volta perduto, è per sempre.
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