L’angolo delle curiosità

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La ceramica di Acquapendente

Acquapendente è un paese di circa seimila abitanti, sorto nell’Alto Medioevo all’estremo nord del Lazio, al confine di quelli che oggi sono Lazio e Toscana. Il paese è il primo centro laziale attraversato dalla Francigena, e proprio grazie alla presenza di questa via di pellegrinaggio e commercio ha avuto una importanza sempre maggiore, fino a diventare sede vescovile nel XVII secolo.

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Acquapendente non è conosciuto come Deruta o Faenza, eppure in passato è stato un centro di produzione ceramica di grande importanza, con numerose fornaci e botteghe dove lavoravano degli artisti che non avevano nulla da invidiare a quelli di centri oggi più rinomati.

Dai documenti conservati nell’Archivio Comunale sappiamo che è stato un fiorente centro di produzione ceramica nel XVI secolo, con oltre quindici botteghe, ma le radici di questa arte sono molto più antiche.

La nostra produzione “importante” inizia infatti dalla seconda metà del Duecento e dura per tutto il Medioevo e Rinascimento, ma la cosa insolita è che la produzione è ottima anche nel Seicento, a differenza di tanti altri centri.

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All’inizio del XX secolo si ebbe poi una nuova ondata di vitalità grazie all’iniziativa di Domenico Fuschini, alla cui bottega si formarono alcuni dei più dinamici artisti aquesiani. La fornace Fuschini si trovava nell’area tra l’Ospedale e la chiesa di San Francesco.

Alcuni tra i più belli dei preziosi reperti medievali e rinascimentali sono esposti presso il Museo della Città, situato in via Roma. Altri sono dislocati attualmente nella sede della Torre Julia de Jacopo, in attesa di essere ricollocati nell’area principale.

Ma anche senza entrare al museo, è sempre possibile leggere alcuni dei luoghi più significativi della nostra produzione ceramica durante una passeggiata per il cento storico… e che ci consentirà di scoprire come, dove e soprattutto perché questa arte ebbe un così grande e importante sviluppo.

Qualche curiosità riguardo il nostro percorso sulla ceramica…

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Tolle questa frascha per mio amore…

Non potremmo rendere giustizia alla ceramica aquesiana senza parlare di quest’opera eccezionale. E’ certamente uno degli oggetti più pregiati esposti al museo (che ha i credits anche per la foto), esempio dell’elevatissimo livello artistico della ceramica arcaica aquesiana. Questo grande catino è largo circa 40 cm, datato alla seconda metà del XIV secolo e proveniente dagli scavi di Sant’Agostino. È una composizione molto originale, raffigura due personaggi riccamente abbigliati – un cavaliere e una dama – incorniciati da elementi vegetali e due animali caratteristici dei bestiari medievali, il serpente e il pavone. Tra i due un’iscrizione che è stata interpretata come un dialogo:

– Tolle questa frascha p(er) mio amore

– Voleti direto p(er) testo serpente.

Ovvero: “Ho raccolto questo bel fiore per mostrarti il mio amore – Voltati,c’è un serpente dietro di te”. Le due figure umane sono entrambe molto eleganti, e gli animali hanno forte simbologia religiosa, variamente interpretate. L’unicità di questo oggetto è data dalla lunga iscrizione, dalla complessità della decorazione degli abiti e dalla eccezionale integrità.

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La storia della ceramica nel tessuto urbano

Ogni bottega ceramica aveva un maestro e vari soci o apprendisti, e i vascellari erano organizzati in una corporazione che ne regolava la vita lavorativa e provvedeva a stipulare accordi e fare contrattazioni collettive per l’acquisizione di materie prime. Molte botteghe sorgevano nelle vicinanze della Fonte del Rigombo (i “Mascheroni”), che era una zona molto importante per la produzione. La vicina chiesa di Santa Vittoria era il luogo dove venivano stipulati gli atti della corporazione. 

Un’altra zona cruciale era Porta della Ripa, da dove arrivavano  i viaggiatori provenienti da nord. Qui la balza su cui sorge il paese precipita verso la valle del Paglia, creando un salto naturale. Il torrente Rivo alimentava diversi mulini che erano utilizzati per la lavorazione del grano, delle pelli e anche per la ceramica. Uno di questi apparteneva all’Arte dei Vascellari ed era usato per la macinazione dei colori.

Qui vicino è stata anche rinvenuta una fornace attiva fino agli inizi del 1500 che ha restituito dei reperti insoliti: infatti vi sono stati trovati degli esempi  molto precoci di “lustro”, probabilmente opera di maestri itineranti.

Affacciandosi dal terrazzo davanti alla chiesa di San Francesco, dove un tempo sorgeva la Fornace Fuschini, è possibile ammirare la valle, ricca di acqua, legna e argilla: le materie prime fondamentali per la produzione ceramica che hanno reso importanti i vascellari aquesiani nei secoli.

Queste sono solo alcune delle perle che racconteremo nel percorso dedicato alla Ceramica Aquesiana, potete trovare altri approfondimenti sil sito (presto online) dedicato ad Acquapendente città della ceramica e ovviamente… venendo con noi a fare una visita tematica!

Con le nostre proposte vi guideremo alla scoperta dei territori in modo sereno e rilassato, godendoci i momenti e i luoghi che visiteremo senza programmi di viaggio serrati e stressanti. Abbiamo pensato per voi esperienze coinvolgenti di scoperta del territorio: progettiamo e realizziamo esperienze su misura.

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